
Josef Frank
Anche voi amate Ikea e Marimekko?
Lo sapete che lo stile scandivano non esisterebbe senza Josef Frank (1885-1967)?
Se siete appassionati di design in generale non potete non conoscere questo architetto – di origine austriaca ma trapiantato in Svezia – che divenne celebre per il suo stile moderno e colorato, esuberante, gioioso e accessibile.
Durante la sua vita dovette combattere contro pressioni sia artistiche che politiche; ebreo nell’Europa Nazista e esule austriaco in terra svedese, fu osteggiato dai sostenitori dell’austero funzionalismo.
Ma Frank lavorò con così tanta energia e ottimismo, che alla fine riuscì a farsi apprezzare e a imporre con successo la sua visione mitigata e tollerante di modernità.
Cerchiamo di procedere con ordine: nel 1925, Frank aveva fondato a Vienna un’azienda, la Haus and Garten ispirata allo stile confortevole dei cottage inglesi dell’epoca Arts and Crafts. Durante questi anni viennesi Frank progettò interni, mobili e soprattutto tessili floreali ispirati ai pattern di William Morris.
Frank aborriva il mobilio realizzato industrialmente con tubolari in acciaio; l’estetica stile Bauhaus era per lui del tutto disumana.
Prediligeva invece il metodo produttivo artigianale, associato a materiali naturali di alta qualità, e rivendicava per gli architetti e i designers molta più libertà di quella che gli accordava il severo modernismo.
Teorizzò addirittura l’ “Accidentalismo” ossia la casualità come regola nel design degli interni.
Secondo questa visione – sicuramente molto attuale – , uno spazio domestico confortevole non deve essere organizzato da una progettazione rigida, ma nasce piuttosto dal caso, cioè dall’unione di oggetti scelti e amati dalle persone che le abitano.
Insomma, il grande merito della visione di Franck è di aver creduto tanto nella libertà espressiva dei designer e degli architetti, che in quella dei loro clienti, e di aver preferito il confort e la gioia decorativa a un modello massificato, serioso e alienante.
Questa visione teorica rifletteva le sue idee politiche socialdemocratiche e il suo profondo umanesimo: Frank era convinto della necessità della diversità, del pluralismo e dell’anticonformismo.
Tutto questo si riflette anche nella sua vita: nel 1934 l’imporsi del nazismo in Austria lo costrinse a fuggire per la Svezia, dove fortunatamente trovò supporto e cominciò a disegnare mobili e oggetti per l’azienda Svenskt Tenn, fondata da Estrid Ericson, azienda che esiste ancora oggi.
Produsse divani, tavoli, credenze, lampade, tessuti, vasi, vassoi e altri oggetti pieni di glamour e di colore, utilizzando materiali lussuosi come velluti e ottone.
Oltre a realizzare mobili comodi e funzionali, dalle forme arrotondate, Frank introdusse pattern coloratissimi per conferire appunto personalità e calore agli ambienti. Dei suoi 160 tessuti, almeno una cinquantina sono in produzione ancora oggi; sono splendidi, tropicali, floreali, divertenti.
Tutti questi tessuti, applicati sui mobili imbottiti come poltrone o divani, o usati come tende, dovevano rendere le case confortevoli e rilassanti, interrompendo l’austero biancore dei muri.
L’impatto di questo approccio fu piuttosto rivoluzionario all’epoca, soprattutto nella Svezia leggermente puritana e conformista, tanto che questi “interni femminili”, furono definiti “il bordello di Frank” dai più intransigenti fautori dello stile Bauhaus.
Eppure, anche nel periodo più buio della sua vita e di tutto il novecento, Frank produsse design ottimistici e allegri, che hanno contribuito a creare il tipico, amatissimo e popolare stile scandinavo.
E voi, osereste dipingere qualche fiore su un vostro mobile o su una parete di casa, siete pronti a mixare patterns e colori sgargianti?